Iosif Brodskij
Poesie italiane
A cura di Serena Vitale
Biblioteca Adelphi, 331
1996, 4ª ediz., pp. 125
isbn: 9788845912634
In una delle sue vite precedenti Iosif Brodskij fu sicuramente italiano. E quando l’esilio lo costrinse a lasciare la Russia, a cambiare continente e impero, il poeta si affrettò a tornare nel paese per cui aveva sempre nutrito una lancinante nostalgia, che aveva illuminato la sua memoria con squarci di luce anche nei plumbei anni dei soprusi e della persecuzione. Venne in Italia, e lo colse come una vertigine la gioia dell’agnizione: riconobbe volti, vie, piazze, calli, lungarni, luoghi di battaglie, antichissimi compagni di avventure e disastri. Riconobbe soprattutto il profumo del mare e per una volta ancora ammirò i prodigi dell’acqua, la pronuba che aveva per sempre apparentato le sue due patrie: quella reale e quella del ricordo, Pietroburgo e Venezia. In Italia, Brodskij entrava nel paesaggio come la figura del donatore in una pala d’altare. E quel panorama di rovine e smozzicate vestigia esaltava in lui la percezione del fondale necessario di ogni letteratura: il tempo.