Milan Kundera
I testamenti traditi
Biblioteca Adelphi, 292
1994, 3ª ediz., pp. 279
isbn: 9788845910890
Questo saggio può essere letto come un romanzo che ha per protagonista il romanzo stesso. Vi troveremo così alcuni dei pensieri estremi e segreti di Kundera. Ma Kundera sembra non poter fare a meno per nostra fortuna di trattare anche le idee come personaggi. Perciò quella che leggeremo è una storia polifonica, piena di figure, di passioni e di delitti. I personaggi saranno Stravinskij e Kafka con i loro singolari amici Ansermet e Max Brod; o Hemingway perseguitato da un suo biografo; o Céline e Majakovskij messi sotto processo dalla loro epoca; o la «storia di famiglia» del romanzo, a partire dal capostipite Rabelais. Ma, soprattutto, onnipresente protagonista sarà il romanzo stesso o meglio quella «sapienza del romanzo», quella forma di conoscenza che soltanto il romanzo può dare e che sembra irritare sommamente tutti quelli che la ignorano («Lei è comunista, signor Kundera?». «No, sono un romanziere». «Lei è dissidente?». «No, sono un romanziere». «Lei è di sinistra o di destra?». «Né luno né laltro. Sono un romanziere»). È una sapienza imprescindibile, ma al tempo stesso quanto mai fragile. Lautore e lopera darte, infatti, paiono provocare, per il solo fatto di esistere, le più funeste vessazioni, i loschi tradimenti di quel testamento che in fondo è qualsiasi testo. E Kundera è magistrale nellevocazione dei persecutori: dagli amici devoti, pronti a tutto pur di andare contro la volontà dellamico (sempre a fin di bene), ai biografi che vogliono sapere dellautore ben più di quanto egli stesso sapeva, ai traduttori infaticabili nel migliorare le opere a loro affidate. Cè una furia stupenda, un senso di radicale rivolta in questo libro, che tocca uno per uno anche crudelmente tutti i punti delicati del bene e del male in rapporto a quellessere che suscita tanto rancore perché è felicemente al di là del bene e del male: larte.
I testamenti traditi è stato pubblicato per la prima volta in francese nel 1993.