Matilde Manzoni
Journal
Piccola Biblioteca Adelphi, 287
1992, 4ª ediz., pp. 196
isbn: 9788845909061
Ultima di nove figli di Enrichetta Blondel e Alessandro Manzoni, Matilde morì tisica nel 1856 a soli ventisei anni. Una vita breve e dolorosa, segnata dalla malattia, ma soprattutto dall’esperienza dell’abbandono. Nel 1851, quando scrisse il Journal, Matilde viveva ormai da anni in Toscana, ospite della sorella Vittoria e del cognato Giovanni Battista Giorgini: la madre, scomparsa nel 1833, non era che un ricordo venerabile e sbiadito; il padre, enigmatico e irraggiungibile, un’effige da contemplare con mai rassegnato e mai soddisfatto desiderio di intimità famigliare. Una vita, si direbbe, destinata a non lasciare tracce.
Eppure il diario che Matilde tenne per pochi mesi, dal 1° gennaio al 26 marzo – e in cui si affollano vite e persone diverse, affetti, letture –, rivela, nella disadorna semplicità della lingua, mista di francese e italiano, una sensibilità acuta e una sorprendente originalità di giudizio. Questo diario è rimasto sino a oggi inedito e sconosciuto: lo proponiamo qui certi che il lettore non potrà sottrarsi al fascino sottile e insinuante che si sprigiona da questa «minuscola, preziosa goccia di vita intima», specchio fedele, fra l’altro, del «piccolo splendore provinciale della società pisana tra nobiltà e borghesia negli anni delle guerre d’indipendenza» (Garboli). E fra le sorprese che il Journal e le carte di Matilde riservano spicca l’incontro – inaspettato e folgorante – tra la figlia di Alessandro Manzoni e i Canti di Leopardi: «Quello che colpisce, nel leopardismo di Matilde, non è la sua quotazione letteraria. È l’unicità, l’irripetibilità del momento, del tempo in cui Matilde legge i Canti: il momento perfetto, magico in cui questa lettura cade. Nessuno ha mai letto i Canti come Matilde, e nessuno potrà più farlo».