Milan Kundera
Lo scherzo
Fabula, 6
1986, 12ª ediz., pp. 358
isbn: 9788845906480
Lo studente Ludvík scrive, per scherzo, una cartolina con tre righe beffarde sullottimismo socialista e la spedisce a una sua compagna, una bella ragazza che prende tutto sul serio. Ma questo prendere tutto sul serio è anche «il genio stesso dellepoca». Cento mani si alzano per condannare quella cartolina. Siamo a Praga, subito dopo il 1948. Ludvík perde ogni diritto, la sua vita è sfigurata per sempre da quel piccolo scherzo. Da qui il titolo di questo romanzo, la cui origine Kundera ha così raccontato: «Un giorno, nel 1961, sono andato a vedere degli amici nella regione mineraria dove un tempo ho vissuto. Mi hanno raccontato la storia di una giovane operaia arrestata e imprigionata perché rubava, per il suo amante, fiori nei cimiteri. La sua immagine non mi abbandonava, e davanti ai miei occhi si disegnava il destino di una giovane donna per la quale lamore e la carne erano mondi separati, e la sessualità era allopposto dellamore. Unaltra immagine contrappuntava quella della ladra di fiori: un lungo atto amoroso che non era in realtà altro che un superbo atto di odio. Così è nata lidea del mio primo romanzo, che ho finito nel dicembre 1965 e intitolato Lo scherzo». Dietro questo libro vi sono dunque due storie che si tendono fra punti estremi dellamore: da una parte la dolcezza enigmatica di Lucie, «fata scacciata da una favola»; dallaltra la durezza di Ludvík, che cerca la vendetta sul corpo di una donna. Questi estremi si guardano e appartengono luno allaltro, ma non possono comunicare. Sono il melanconico canto a due voci dellincomprensione fra la carne e lanima. Ma altre voci si aggiungono, in un tessuto polifonico dove Kundera si rivela, sin dalle prime battute, maestro: ciascuna portatrice di una verità che sarebbe essenziale allaltra, ma allaltra sfuggirà per sempre, anelli di una catena, di abbagli e malintesi. Questi ultimi sono lelemento più solido che, negli anni, continua a legare i personaggi del romanzo: forti come e più delle passioni, sono gli agenti dellerrore universale di cui si compone la storia e fomentano lopera delloblio e della devastazione a cui presiede, sovrano, «langelo della rapina». Ogni personaggio, ogni sentimento viene progressivamente spogliato da quella devastazione. Ogni cosa rimane come un nudo attaccapanni. Nulla sopravvive, salvo una cerimonia. In questo senso Lo scherzo somiglia alla Cavalcata dei re: antica cerimonia che accompagna e chiude il romanzo, recita piena di immagini divenute indecifrabili, favola che raggiunge la sua ultima bellezza nella miseria e nellabbandono a cui lepoca lha costretta. E, come soltanto in quella cerimonia risuonava un lontano passato, ridotto a «sopravvivenza simbolica di qualcosa che non cera più», così soltanto nelle pagine dello Scherzo si ripercuotono e si salvano gli opposti, inestricabili significati di quegli avvenimenti che un piccolo scherzo aveva acceso e bruciato in pochi anni. Per il resto, «il ruolo della riparazione (della vendetta come del perdono) sarà assunto dalloblio. Nessuno rimedierà alle ingiustizie commesse ma tutte le ingiustizie saranno dimenticate».
Lo scherzo è il romanzo che ha rivelato Kundera. Pubblicato nel 1967 in Cecoslovacchia, apparve nel 1968 in Francia con una prefazione di Aragon ed ebbe subito grande risonanza. Nello stesso anno il libro veniva ritirato dalla circolazione in Cecoslovacchia.