Henri-Charles Puech
Sulle tracce della Gnosi
I. La Gnosi e il tempo - II. Sul Vangelo secondo Tommaso
Il ramo d'oro, 10
1985, 6ª ediz., pp. 614
isbn: 9788845906411
Per vari decenni, Henri-Charles Puech è andato pubblicando indagini preziose sulla Gnosi. Ed erano decenni di grandi sommovimenti in quegli studi, anche per le scoperte che venivano fatte: da quella dei documenti manichei del Fayyū’m nel 1930 a quella della vasta collezione di testi gnostici rinvenuti a Nag Hammadi nel 1946. Si può dire perciò che mai come in questi ultimi anni l’immagine della Gnosi si è trasformata e precisata. Di tutto questo, Puech è stato testimone e attore: e i suoi studi sulla Gnosi, qui raccolti, sono davvero la summa di una ricerca rigorosa, almeno in tre sensi che raramente si incontrano congiunti: filologico, storico e metafisico (o «fenomenologico», come qui lo definisce, con discrezione, Puech stesso).
La Gnosi, in quanto dottrina di una salvezza attraverso la conoscenza, è un modo di orientarsi, religioso e speculativo, di cui non conosciamo l’origine e di cui non si è vista la fine. Ma possiamo ritrovarne le tracce ovunque riconosciamo l’«atteggiamento gnostico: un atteggiamento non semplicemente psicologico o puramente intellettuale, ma totale, “esistenziale”, che coinvolge la vita, il comportamento, il destino, l’essere stesso dell’uomo nella sua interezza». Se si vuole ricondurre la Gnosi al suo più irriducibile elemento differenziante, si può dire questo: gnostico è colui che, per una qualche parte di se stesso, si riconosce straniero al mondo. Ciò che della Gnosi si può studiare sono alcune isole, sparse nei secoli, dove la visione gnostica emerge: in particolare nei primi cinque secoli della nostra èra, in Occidente, in Egitto, nel Medio Oriente, in contatto e ai margini del cristianesimo. E a tale periodo e area appartengono i documenti qui studiati da Puech. La sua preoccupazione era innanzitutto di fissare con acribia, punto per punto, certe peculiarità che distinguono l’una dall’altra queste isole. Nessuno come Puech è riuscito a spingersi tanto in là in due direzioni: da una parte nella precisazione del dettaglio esegetico (come viene qui provato dal ricco commento al Vangelo secondo Tommaso); dall’altra nella capacità di ricostruire l’intricata fenomenologia della Gnosi, e quindi il suo profilo metafisico, distinguendolo sia da quello dell’antichità ellenica sia da quello della prima cristianità (e in questo appare decisivo il saggio La Gnosi e il tempo). Per capire la Gnosi, occorre dunque innanzitutto riconoscere il carattere composito dei suoi elementi, che attraversano obliquamente tutte le grandi religioni dell’antichità gravitanti intorno al Mediterraneo. Ma al tempo stesso occorre ritrovare la loro sotterranea concordanza, pur dietro le forme più cifrate e astruse. Per tale lungo viaggio non vi è guida migliore di quest’opera, in cui Puech ha finalmente raccolto, nel 1978, le sue indagini lungamente maturate.