Leonora Carrington
Giù in fondo
Piccola Biblioteca Adelphi, 88
1979, 5ª ediz., pp. 76, 2 tavv.
isbn: 9788845903984
Una giovane donna traversa, durante la guerra, il confine spagnolo per sfuggire ai tedeschi, viene risucchiata in angosciose avventure e infine si ritrova in un manicomio che è teatro di fatti stupefacenti. Una scatola di cipria, il rossetto, la bottiglia di acqua di Colonia diventano astri di un cosmo in preda alle metamorfosi. Un complotto infernale ordisce trappole. Una cappa di ipnosi grava sul mondo. Le cose hanno perso la loro naturale opacità: tutto ha senso, tutto rimanda a tutto, tutto esige feroci e matematici rituali. Una colla erotica si attacca agli oggetti e ai personaggi.
Giù in fondo, come ha scritto Breton, è la storia di «uno di quei viaggi da cui si hanno poche probabilità di tornare», raccontato con «precisione sconvolgente». Leonora Carrington ci accompagna «giù in fondo» nella follia come in un giardino di orrori e meraviglie – e ci riconduce indietro appena in tempo perché sia evitato, ci dice, «il disastro nella liberazione dello spirito». Questo piccolo libro, di un’intensità ammaliante, è un frammento di quella prosa che i surrealisti avrebbero voluto scrivere e non hanno quasi mai scritto. Come pochi altri, la Carrington sa guardare tutto con un doppio sguardo: il mondo che si pretende normale con lo sguardo folle e il mondo folle con lo sguardo sobrio, come se fosse – osservava ancora Breton – «munita di un permesso di circolare a volontà nei due sensi».