Vasilij Rozanov
L’Apocalisse del nostro tempo
Piccola Biblioteca Adelphi, 79
1979, 2ª ediz., pp. 197
isbn: 9788845903847
L’Apocalisse del nostro tempo è l’ultima opera di Rozanov, pubblicata nel 1918 con sistema quasi artigianale, sotto forma di opuscoli inviati ai sottoscrittori. Mentre gli avvenimenti della Rivoluzione infuriavano, Rozanov, spossato e ridotto alla miseria, rivolse la stessa penna che aveva saputo esprimere «i filamenti autunnali, i sospiri, quanto è pressoché impercettibile», a descrivere la «svolta apocalittica» che intravedeva. Ne nacque questo libro, fremente cronaca visionaria di un immenso rivolgimento, di una crisi che è poi diventata il nostro stato normale – e insieme pamphlet contro il cristianesimo moderno. Uomo di tutti i paradossi, poco prima di morire come un grande mistico cristiano Rozanov volle lanciare il più devastante attacco contro la propria religione, in cui vedeva l’origine di quell’orrendo progressismo e di quella graduale rescissione dalla natura che aveva sempre aborrito. E qui, ancora una volta, l’intreccio volutamente contraddittorio degli argomenti di Rozanov viene esaltato dallo stile: la Russia come «Impero in briciole» sembra specchiarsi tutta in questa prosa a brandelli, sinuosa e baluginante, abitata in ogni sillaba dalla «fantasticheria russa», da quel «vagare per monti e per valli che è così russo» e sarebbe stato combattuto, come Rozanov intuì subito, dai tanti funzionari della Rivoluzione che si apprestavano a prendere il potere. Col suo invincibile odio-amore, Rozanov ci ha dato in questo libro una visione chiaroveggente del momento più intenso e terribile della storia russa di questo secolo: «Šcedrin, ti prendo e ti benedico. Russia maledetta, Russia benedetta».