«Il giallo del nostro quotidiano paranoico, sempre inquieto, sempre assurdo, sempre reso ridicolo da un’ansia di controllo, sempre senza un domani...» (Chiara Valerio).

Accanto al Borgomastro di Furnes e alla Casa dei Krull, il romanzo che Simenon non esitava a mettere tra i suoi migliori del «periodo Gallimard».

Sette racconti dedicati a creature difettive, fragili, marginali – e indimenticabili.

A quasi cinquant’anni Simenon tira fuori dal cilindro una giovane investigatrice dilettante.

Il mondo come avrebbe potuto o dovuto essere, le vite possibili e alternative che sogniamo o paventiamo: tutti i segreti dell’illusione ucronica.

Dalla «coppia diabolica» del noir francese, un claustrofobico huis clos in cui nessuno è ciò che sembra e ciascuno progetta di sbarazzarsi dell’altro.

Una discesa implacabile nella mente di un uomo dominato dalle sue ossessioni.

Un ritratto della «capitale magica d’Europa» e della sua cultura che è in realtà un affascinante autoritratto.

«Un intenso romanzo di Simenon ... ambientato fra le atmosfere fredde e nebbiose della Francia del Nord e il caldo molle e afoso di Panama» («Tuttolibri»).

Come e quando gli incubi di Lovecraft, le visioni di Philip K. Dick e l’inquietante matematica di Hilbert abbiano finito per diventare qualcosa che assomiglia al nostro mondo. O peggio, che lo è.