Eudocia Augusta
Storia di san Cipriano
Piccola Biblioteca Adelphi, 541
2006, pp. 207, 1 ill. in b/n
isbn: 9788845920752
Istruito nei misteri della religione pagana in Grecia, Cipriano intraprende, fra il III e il IV secolo, un itinerario sapienziale che lo porta in Oriente, in Egitto e a Babilonia. Diventato mago e teurgo – ed entrato in contatto con Satana in persona, che lo «prende in simpatia» per il vasto sapere da lui acquisito –, si reca ad Antiochia di Siria, dove mette le sue arti al servizio del male. Qui il giovane Aglaide, ricco e vizioso, si rivolge a lui perché lo aiuti a sedurre la pia Giusta, di cui è follemente invaghito. Ma a nulla varranno tutti i tentativi di Cipriano, e persino l’intervento dello stesso Satana, cui egli fa appello, sarà neutralizzato dalla ferma fede in Cristo di Giusta. Deluso e sgomento, Cipriano rinnega allora il Maligno, si converte al Cristianesimo e diventa in seguito vescovo, per subire infine il martirio con Giusta, da lui fatta diaconessa e ribattezzata Giustina. Non è difficile intravedere nell’antico mago che si allea col Diavolo i tratti delle varie incarnazioni del moderno Faust – dalla sua prima comparsa letteraria, nel 1587, ai drammi di Marlowe e poi di Goethe. Così come non è difficile farsi sedurre dalla versione poetica che Eudocia, dotta e anticonformista imperatrice d’Oriente del V secolo, diede della storia di san Cipriano: un poemetto in esametri omerici in cui il pastiche linguistico, governato con maestria e raffinatezza, trova uno specchio nel sincretismo letterario e culturale che informa l’intera opera. Dove epos e innografia, poesia magica e oracolare, astrologia e allegorismo, gnosticismo e neoplatonismo si armonizzano, facendone una delle creazioni più fascinose dell’antichità al tramonto.