Charles Simic
Il cacciatore di immagini
L’arte di Joseph Cornell
Piccola Biblioteca Adelphi, 524
2005, 3ª ediz., pp. 124, 1 tav. in b/n e 8 tavv. f.t. a colori
isbn: 9788845919527
Chi era Joseph Cornell? «Non saprei dire se è uno scultore, un pittore, un poeta, un estemporaneo artigiano o semplicemente un mago» rispondeva Goffredo Parise, perplesso. Ma certo è che l’incontro tra Cornell e Charles Simic appare predestinato. Difficile immaginare una più alta affinità di quella che lega i due instancabili esploratori di universi fatti di cose inutili, frusti detriti del vivere quotidiano, nostalgie, percezioni marginali che accendono lampi visionari e offrono squarci imprevedibili sulla dimensione metafisica del tutto. Con dedizione appassionata, Simic rende omaggio a Cornell ripercorrendo i luoghi di una New York segreta, così amata da entrambi; si immagina momenti diversi nella giornata dell’artista, scandita dagli abituali vagabondaggi per le vie di Manhattan; evoca volti di sconosciuti in cui forse Cornell ebbe modo di imbattersi; ridisegna con la trama delle parole le sue creazioni: scatole in cui svariati oggetti si armonizzano in simmetrie oniriche, collage, sculture, filmati. È il suo modo di ricordarlo a vent’anni dalla morte, quando ormai un incontro – talmente desiderato da riproporsi addirittura in sogno – è impossibile.
E così, affastellando cimeli teatrali e variopinti pappagalli, cartoline seppiate e stupefatti volti di bambole, mappe stellari e selve di rami nodosi, cappelli di paglia e palazzi fantasma, Simic altro non fa che replicare, per l’incanto del lettore, le magiche alchimie combinatorie di Cornell.